Ci troviamo ogni giorno a fare cernite tra cliché stereotipati della fauna urbana, oppure catalogazioni inedite in base a dettagli decontestualizzati assunti come princìpi assoluti e discriminanti. Il primo caso fa riferimento ad una sorta di sociologia molto in voga nei circuiti telematici che schematizza i soggetti in base ai loro usi e (soprattutto) costumi (cfr: Urban Jungle et similia); il secondo appare forse più astruso e demente, quando si fa riferimento a settorializzazioni come "Il biondo con gli occhi azzurri è glaciale, il moro è focoso" oppure "Per ogni riccio è un capriccio" oppure "Fumi Camel Light = sei un idiota / fumi Marlboro Rosse = fumatore serio, persona con cognizione di causa / fumi Gitanes senza filtro = sei un filosofo" (Attenzione: attraverso l'applicazione di questi meccanismi psico-sociopatici su scala nazionale potrebbero essere stati creati i seguenti partiti: Nazismo, Fascismo, Lega Nord).
Dopo anni di militanza fisiognomico-frenologica, sono giunto al discriminante fondamentale, alla grande unificazione di questa miriade di micro-macro differenziazioni che rendono il mondo così bello perché (a)vari(at)o (avete appena letto uno dei luoghi comuni più idioti che si sente in giro): l'umanità si divide in chi si chiede il "Perché?" di ciò che fa e chi non se lo chiede.
Io sono uno di quelli che se lo chiede.
Spesso anche troppo.
Ad esempio, l'altro giorno (sì, proprio quello lì) ebbi una diatriba convivieristica (neologismo tratto da un neologismo edito nel 23 Marzo 2009), il cui tema era:
"Perché si cambiano i piatti tra primo e secondo?"
Vi potrà sembrare una domanda idiota, ma rifletteteci un attimo.
Le nostre percezioni sensoriali sono già compromesse dalla vicinanza delle due degustazioni contigue; il vedere la seconda portata intrisa del sugo della prima non altera percettibilmente la bontà della pietanza (tranne nel caso in cui siano due piatti completamente dissonanti l'uno con l'altro, ma qui si tornerebbe al punto di prima). Siamo di fronte ad un semi-quotidiano caso di psico-somaticità papillare, una convinzione generata, non creata, da una convEnzione dalle reminescenze rinascimentali, lo stesso processo per cui dovete (o devono, a seconda del lettore) fare il segno della Croce quando si passa in macchina nei pressi di Loreto, dovete (o devono, a seconda del lettore) sollevare i palmi al cielo durante il Padre Nostro, assumere droghe a Ferragosto o eccedere con l'alcool il 31 Dicembre.
Se ognuno di noi cominciasse a chiedersi il "Perché?" di ciò che fa, probabilmente vivremmo in un mondo migliore, crollerebbe il sistema capitalistico (causa del miglioramento globale di cui prima), ma soprattutto:
"I camerieri farebbero meno fatica nel servire"
*Nota polisemantica: convenzione, ottenibile tramite sostituzione vocalica da "convinzione", deriva dal verbo latino "convenio" = "convenire" (da "cum venire", venire insieme, senza troppe allusioni sessuali), da cui i termini "convention" e "convent0", e appartiene all'area semantica di "convivio" (banchetto) derivante dal latino "cum vivere" (vivere insieme).
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